Balneari: un Governo inerte genera la legittima preoccupazione e delusione delle imprese e reazioni di alcune sigle sindacali

 L’inerzia del Governo sulla “questione balneari” rischia di aggravare, in piena stagione, la condizione delle imprese del settore e accrescere il loro malessere. 

Andrea Fidanzi, presidente regionale di Confartigianato Imprese Demaniali, esprime il suo disappunto per la situazione della categoria. “Ci aspettavamo una decisione dal Governo – dichiara Fidanzi - una decisione che, pur nel rispetto delle norme comunitarie, tutelasse le nostre piccole imprese e ci desse un minimo di certezza per il futuro. Ad oggi, invece, dobbiamo ancora campare alla giornata, senza sapere se domani ci saranno le evidenze pubbliche e, soprattutto, senza sapere con quali logiche e con quali regole esse avverranno. Non sappiamo ancora se le pressioni dei grandi gruppi riusciranno a far sì che le spiagge vengano fagocitate da pochi eletti o se verranno posti limiti per garantire continuità alle piccole imprese, specie a quelle che vengono gestite a livello familiare. Inoltre non è stata fatta ancora chiarezza su un aspetto fondamentale: se è vero che le imprese operano su di un bene pubblico, la spiaggia, è altrettanto vero che le strutture ivi installate appartengono al loro legittimo proprietario. Nel caso si andasse a evidenza pubblica e il gestore perdesse la concessione, egli sarebbe costretto ad una cessione forzosa della propria impresa e delle relative strutture, costruite negli anni con il lavoro e la professionalità. Questo implica, secondo i recenti orientamenti giurisprudenziali, che tale cessione debba avvenire dietro pagamento di un corrispettivo che tenga conto del reale valore dell’impresa, esattamente come avviene in tutte le operazioni di compravendita. E anche su questo non ci sono a oggi indicazioni precise.”

“La condizione di incertezza rischia di determinare, poi, effetti sbagliati che coinvolgono il bene più prezioso da tutelare e cioè i clienti.  Alcune sigle sindacali, infatti, invece di cercare l’alleanza con l’utenza, hanno proclamato uno sciopero che prevede, il 9 agosto, l’apertura degli ombrelloni in ritardo. Penalizzare i nostri clienti, quelli che fedelmente ci onorano ogni anno della loro presenza, arrecando loro un disagio è un danno per le imprese. Sarebbe invece utile renderli partecipi del nostro malessere e del rischio di un peggioramento dei servizi futuri. Per questo motivo – conclude Fidanzi – ombrelli aperti, sorrisi e attenzioni verso i nostri ospiti.”